di Giulia Terrana
Roma è grande quanto nove capitali europee, tra le quali Parigi, Vienna, Lisbona ed Atene. Lo spazio urbano a disposizione dovrebbe essere considerato una risorsa economica, culturale, sociale, turistica per la città. Purtroppo spesso rappresenta il moltiplicarsi di problematiche che attanagliano territorio, cittadini e istituzioni. Uno spiraglio di luce viene dalla realizzazione del II Polo Turistico di Roma inserito nel piano strategico di sviluppo della Capitale: con il completamento entro il 2014 della Nuvola di Fuksas e dell’Acquario, con l’ampliamento dell’aeroporto di Fiumicino e il raddoppio del porto turistico di Ostia, Roma ha l’ambizione di divenire un volano economico e un nodo strategico dal punto di vista urbanistico ed ambientale.
Ma lo sviluppo economico e occupazionale della città passa anche dalla riqualificazione dello spazio urbano esistente e dall’attenzione che i prossimi amministratori dovranno porre sulla riabilitazione di alcune strutture della cosa pubblica abbandonate in questi anni a se stesse. Risorse sprecate, costose perché improduttive e bisognose di manutenzione per la conservazione. Il Centro storico di Roma pullula di edifici dall’inestimabile valore storico-artistico vuoti ed esclusi da qualsiasi politica di sviluppo economico e reintegrazione nella vita attiva della città. Di questo inconsistente lassismo ne è esempio l’ex ospedale San Giacomo.
Chiuso da tre anni per rispondere ai diktat sulla razionalizzazione delle risorse pubbliche, prevale la linea che lo vorrebbe nuovamente come presidio medico-ambulatoriale. Ma in un momento storico in cui gli ospedali versano in una crisi finanziaria e sanitaria senza precedenti, proposte simili si tramutano in parole al vento. E allora perché non pensare ad una diversa destinazione d’uso?
Un’ipotesi interessante viene da Lucio D'Ubaldo, Candidato alla Presidenza del I Municipo per la Lista Marchini, che “per fare della struttura del S. Giacomo il cuore pulsante di una città vivace e moderna” propone la realizzazione di “una struttura pubblica da reinventare come il "Covent Garden" di Roma: luogo pregiato di botteghe artigiane, commercio di qualità, servizi di tipo socio-culturale e d'intrattenimento”. Un’idea che senza troppe chiacchiere porterebbe alla riqualificazione della struttura e ad un incentivo occupazionale garantito dal turismo che nel Centro Storico non conosce crisi.
E come il San Giacomo, molti sono gli edifici in attesa di essere reinventati, attualizzati e pronti ad un utilizzo produttivo della cosa pubblica. Servono solo proposte concrete e la reale volontà di vedere in Roma una grande Capitale europea, non solo in chilometri quadrati.
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