martedì 21 maggio 2013

LO STRANO CASO DEL DOTTOR ALFANO E MISTER CORSETTI

IL DOTTOR ALFANO FA LE VALIGIE E TRASLOCA DAL CENTRO FANTASMA DI VIA LUDOVICO II. MISTER ORLANDO CORSETTI,  IN QUANTO TITOLARE DEL CONTRATTO DI LOCAZIONE, HA CIRCA 90.000 EURO DI MOROSITA' NEI CONFRONTI DELL'ATER, IL CUI DIRETTORE RISPONDE A NOIROMA "TUTELEREMO I NOSTRI BENI"
di Matilde De Giorgi

La vicenda del centro estetico “L’Ame”, raccontata su Noiroma nelle scorse settimane, chiama in causa in prima persona anche il presidente del I Municipio Orlando Corsetti (Pd), oggi candidato al Comune, in quanto intestatario (moroso) del contratto del locale, situato in via Ludovico II 2, di proprietà dell’Ater di Roma ma gestito per attività privata dal dottor Paolo Raffaele Alfano. Il quale, secondo fonti contattate da Noiroma (ma smentite dall’interessato alla cronista, ndr) sarebbe il fratello dell’assessore della giunta Corsetti in centro storico, Salvatore Alfano (ex Pd e in giunta con Corsetti anche in III Municipio in passato).
L’Ater di Roma ha infatti agito direttamente nei confronti di Corsetti, titolare del contratto di locazione in qualità di presidente dell’associazione degli inquilini delle case popolari del Tiburtino II – dove anche lui è rientrato tra gli assegnatari di un alloggio Ater, insieme alla madre e alla sorella – “al quale il locale fu assegnato diversi anni fa non jure proprio, ma uti socius, ovvero legale rappresentante di una associazione, della quale fa parte anche il dr. Alfano, che a suo tempo versò una parziale somma (circa 15000 euro) in conto/morosità nella convinzione che avrebbe avuto la voltura del contratto a suo nome. Cosa inaccoglibile perché non prevista dal disciplinare Ater in materia, né tutelata dalla normativa sulle cessioni aziendali. Né é stata mai presentata documentazione che attesti il subentro nella rappresentanza legale dell'associazione dell' Alfano stesso” ci ha risposto l’Ater, interrogata in merito alle numerose segnalazioni sulla vicenda. La morosità che grava sul locale, secondo i calcoli dell’Ente, è piuttosto pensante, tanto da aver indotto l’Ater ad agire contro il titolare del contratto di locazione, ovvero Corsetti, in quanto “ad oggi, il locatario deve all'Ater 83.175,31 euro di fitto e 9.077,31 di interessi."




 “L’Ater del Comune di Roma ha sempre tutelato la sua posizione contrattuale nei confronti del conduttore dell’immobile, sito in Via Ludovico II n.2-4, attivando tutte le azioni legali tese al ripristino di ciascuna regolarità amministrativa e contabile che, in costanza di rapporto locativo, fosse stata compromessa da parte del conduttore stesso” – puntualizza il direttore generale, l’avvocato Renato Panella a Noiroma – “l’Ater del Comune di Roma ha regolarmente diffidato il conduttore al pagamento della morosità pregressa e contestata, sospendendo il procedimento di intimazione di sfratto per morosità, già avviato e peraltro convalidato nel 2008, solo nel momento in cui si è riscontrata l’esistenza di una transazione per il versamento di una parte del debito, in conto morosità, da parte del regolare assegnatario. Successivamente, non essendo stata possibile una bonaria composizione della controversia, questa Azienda ha proseguito nell’attività giudiziaria per vedersi riconoscere tutti i diritti lesi dalle condotte assunte da parte del conduttore”.

La prima richiesta di accesso agli atti, urgente, era stata sollecitata dal presidente della commissione Sicurezza del comune di Roma, Fabrizio Santori, che pur non ricevendo riscontri aveva risollecitato l’Ater nei mesi successivi. Poi era intervenuto, recandosi direttamente a bussare alla porta dello studio L’Ame  dietro la stazione Tiburtina, anche il consigliere del II Municipio Massimo Inches (candidato per Fratelli d’Italia), che ha sporto una segnalazione alla polizia municipale del III gruppo sul tipo di attività svolta nel locale. Secondo i vigili di zona, che hanno risposto il 17 maggio scorso, “dai sopralluoghi effettuati dal personale dipendente nei locali siti in via Ludovico II non veniva svolta alcuna attività di laboratorio medico o similare e gli stessi sono stati trovati più volte chiusi”.  A seguito di invito di presentazione rilasciato a personale presente è stato accertato sempre dalla polizia municipale che “nei locali fino al 9 maggio 2013 era ubicata la sede locale della società l’Ame (tipo di attività: commercio di articoli e di profumeria); sono stati esibiti sia la variazione della sede legale (..) sia la successiva comunicazione di variazione di sede legale alla Camera di Commercio da via Ludovico II n 2-4  a via Guglielmotti 57”.

Quindi il centro benessere, ma solo dal 9 maggio scorso, non risiede più nel locale Ater, oggetto di un contenzioso legale. Già da tempo era stata rimossa la targa esterna, che recitava: “Dottor Raffaele Paolo Alfano medico chirurgo Omeopata medico estetico”. Le attività dello studio, pubblicizzate sia su Facebook che sul circuito commerciale Groupon erano legate a trattamenti estetici, come l’epilazione laser, o a trattamenti “misti” come le cavitazioni mediche, dove era specificato: “trattamenti eseguiti da personale medico”. Il direttore tecnico di un laboratorio artigianale che produce cosmetici dal 1977, l’Officina Fitobiologica di Milano, ci segnala infine che “il dott. Alfano ci contattò a Milano ai primi di luglio del 2012 per ordinarci dei cosmetici di cui fino ad oggi, fatto eccezione di un piccolo acconto all’ordine,  siamo ancora creditori  nonostante i nostri ripetuti e vani solleciti di pagamento.  Per lo scorretto comportamento del dr. Alfano, passammo la pratica al nostro avvocato, il quale dopo aver inviato un ultimo avviso allo Studio  Medico L’Ame, si vide ritornare la diffida di pagamento, con la motivazione di “destinatario inesistente”. Interrogato da Noiroma su questa vicenda, il dottor Alfano ha negato ogni addebito, spiegando che lui stesso possiede un laboratorio di produzione di cosmetici in Calabria. In seguito al recente trasferimento dello studio l’Ame in una nuova sede, speriamo che anche questa vicenda privata si possa definire. A Noiroma resta solo un dubbio: come mai un locale inizialmente affidato ad un cittadino privato (sebbene presidente di un’associazione inquilini e presidente di Municipio) per una finalità a scopo sociale, in tutti questi anni sia rimasto intestato allo stesso soggetto, che però lo ha affittato senza bando ad un terzo per attività private a scopo di lucro, che nulla hanno a che vedere con le finalità mutualistiche dell’Ater e facendo accumulare, nel tempo, un debito così pensante secondo i calcoli dell’ente per l’edilizia popolare.



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