di Matilde De Giorgi
La vicenda del centro estetico
“L’Ame”, raccontata su Noiroma nelle scorse settimane, chiama in causa in prima
persona anche il presidente del I Municipio Orlando Corsetti (Pd), oggi
candidato al Comune, in quanto intestatario (moroso) del contratto del locale,
situato in via Ludovico II 2, di proprietà dell’Ater di Roma ma gestito per
attività privata dal dottor Paolo Raffaele Alfano. Il quale, secondo fonti
contattate da Noiroma (ma smentite dall’interessato alla cronista, ndr) sarebbe
il fratello dell’assessore della giunta Corsetti in centro storico, Salvatore
Alfano (ex Pd e in giunta con Corsetti anche in III Municipio in passato).
L’Ater di Roma ha infatti agito
direttamente nei confronti di Corsetti, titolare del contratto di locazione in
qualità di presidente dell’associazione degli inquilini delle case popolari del
Tiburtino II – dove anche lui è rientrato tra gli assegnatari di un alloggio
Ater, insieme alla madre e alla sorella – “al quale il locale fu assegnato
diversi anni fa non jure proprio, ma uti socius, ovvero legale rappresentante
di una associazione, della quale fa parte anche il dr. Alfano, che a suo tempo
versò una parziale somma (circa 15000 euro) in conto/morosità nella convinzione
che avrebbe avuto la voltura del contratto a suo nome. Cosa inaccoglibile
perché non prevista dal disciplinare Ater in materia, né tutelata dalla normativa
sulle cessioni aziendali. Né é stata mai presentata documentazione che attesti
il subentro nella rappresentanza legale dell'associazione dell' Alfano stesso”
ci ha risposto l’Ater, interrogata in merito alle numerose segnalazioni sulla
vicenda. La morosità che grava sul locale, secondo i calcoli dell’Ente, è
piuttosto pensante, tanto da aver indotto l’Ater ad agire contro il titolare
del contratto di locazione, ovvero Corsetti, in quanto “ad oggi, il locatario
deve all'Ater 83.175,31 euro di fitto e 9.077,31 di interessi."
“L’Ater del Comune di Roma ha sempre tutelato
la sua posizione contrattuale nei confronti del conduttore dell’immobile, sito
in Via Ludovico II n.2-4, attivando tutte le azioni legali tese al ripristino
di ciascuna regolarità amministrativa e contabile che, in costanza di rapporto
locativo, fosse stata compromessa da parte del conduttore stesso” – puntualizza
il direttore generale, l’avvocato Renato Panella a Noiroma – “l’Ater del Comune
di Roma ha regolarmente diffidato il conduttore al pagamento della morosità
pregressa e contestata, sospendendo il procedimento di intimazione di sfratto
per morosità, già avviato e peraltro convalidato nel 2008, solo nel momento in
cui si è riscontrata l’esistenza di una transazione per il versamento di una
parte del debito, in conto morosità, da parte del regolare assegnatario.
Successivamente, non essendo stata possibile una bonaria composizione della controversia,
questa Azienda ha proseguito nell’attività giudiziaria per vedersi riconoscere
tutti i diritti lesi dalle condotte assunte da parte del conduttore”.
La prima richiesta di accesso
agli atti, urgente, era stata sollecitata dal presidente della commissione
Sicurezza del comune di Roma, Fabrizio Santori, che pur non ricevendo riscontri
aveva risollecitato l’Ater nei mesi successivi. Poi era intervenuto, recandosi
direttamente a bussare alla porta dello studio L’Ame dietro la stazione Tiburtina, anche il
consigliere del II Municipio Massimo Inches (candidato per Fratelli d’Italia),
che ha sporto una segnalazione alla polizia municipale del III gruppo sul tipo
di attività svolta nel locale. Secondo i vigili di zona, che hanno risposto il
17 maggio scorso, “dai sopralluoghi effettuati dal personale dipendente nei
locali siti in via Ludovico II non veniva svolta alcuna attività di laboratorio
medico o similare e gli stessi sono stati trovati più volte chiusi”. A seguito di invito di presentazione rilasciato
a personale presente è stato accertato sempre dalla polizia municipale che “nei
locali fino al 9 maggio 2013 era ubicata la sede locale della società l’Ame
(tipo di attività: commercio di articoli e di profumeria); sono stati esibiti
sia la variazione della sede legale (..) sia la successiva comunicazione di
variazione di sede legale alla Camera di Commercio da via Ludovico II n
2-4 a via Guglielmotti 57”.
Quindi il centro benessere, ma
solo dal 9 maggio scorso, non risiede più nel locale Ater, oggetto di un contenzioso
legale. Già da tempo era stata rimossa la targa esterna, che recitava: “Dottor
Raffaele Paolo Alfano medico chirurgo Omeopata medico estetico”. Le attività
dello studio, pubblicizzate sia su Facebook che sul circuito commerciale Groupon
erano legate a trattamenti estetici, come l’epilazione laser, o a trattamenti
“misti” come le cavitazioni mediche, dove era specificato: “trattamenti
eseguiti da personale medico”. Il direttore tecnico di un laboratorio
artigianale che produce cosmetici dal 1977, l’Officina Fitobiologica di Milano,
ci segnala infine che “il dott. Alfano ci contattò a Milano ai primi di luglio
del 2012 per ordinarci dei cosmetici di cui fino ad oggi, fatto eccezione di un
piccolo acconto all’ordine, siamo ancora
creditori nonostante i nostri ripetuti e
vani solleciti di pagamento. Per lo
scorretto comportamento del dr. Alfano, passammo la pratica al nostro avvocato,
il quale dopo aver inviato un ultimo avviso allo Studio Medico L’Ame, si vide ritornare la diffida di
pagamento, con la motivazione di “destinatario inesistente”. Interrogato da
Noiroma su questa vicenda, il dottor Alfano ha negato ogni addebito, spiegando
che lui stesso possiede un laboratorio di produzione di cosmetici in Calabria.
In seguito al recente trasferimento dello studio l’Ame in una nuova sede,
speriamo che anche questa vicenda privata si possa definire. A Noiroma resta
solo un dubbio: come mai un locale inizialmente affidato ad un cittadino
privato (sebbene presidente di un’associazione inquilini e presidente di
Municipio) per una finalità a scopo sociale, in tutti questi anni sia rimasto
intestato allo stesso soggetto, che però lo ha affittato senza bando ad un
terzo per attività private a scopo di lucro, che nulla hanno a che vedere con le
finalità mutualistiche dell’Ater e facendo accumulare, nel tempo, un debito
così pensante secondo i calcoli dell’ente per l’edilizia popolare.
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