mercoledì 29 maggio 2013

INTERVISTA DOPPIA A GIANLUIGI DE PALO (LISTA CITTADINIXROMA) E DARIO NANNI (PD) SUL FENOMENO TUTTO ROMANO DELL’ASTENSIONISMO


LA POLITICA ROMANA HA PERSO. SE IL 47% DEI CITTADINI HA DISERTATO LE URNE E PER COLPA DI  AMMINISTRATORI INCOMPETENTI CHE, DA DESTRA A SINISTRA, NON HANNO ARGINATO IL DILAGARSI DEL SENSO DI SFIDUCIA NEI CONFRONTI DELLE ISTITUZIONI. ABBIAMO CHIESTO SPIEGAZIONI A CHI IN QUESTI ANNI HA PRESO SUL SERIO IL PROPRIO RUOLO E SI E’ IMPEGNATO PER RISPETTARLO. DOPPIA INTERVISTA ALL’ASSESSORE ALLA FAMIGLIA GIANLUIGI DE PALO E AL CONSIGLIERE PD DARIO NANNI.
di Giulia Terrana
“Ha vinto l’astensionismo” è la frase della settimana. Nella frenesia di queste ultime amministrative solo la metà dei romani si è presentata alle urne. Disillusi verso una politica che parla tanto ma fa poco, stanchi di vedere sempre le stesse facce, tifosi che hanno preferito il derby, ex grillini delusi dalle performance del movimento. Chi ha deciso di snobbare le cabine elettorali ha le sue ragioni. Noiroma ha interpellato due esponenti degli opposti schieramenti che in questi anni hanno interpretato la politica per quella che è: un servizio al cittadino.


GIANLUIGI DE PALO, LISTA CITTADINIXROMA

Chi sono gli astenuti e perché questa scelta?

Tutte quelle persone che non si sono ritrovate in questa campagna elettorale nei temi e nelle proposte. Faccio un esempio, la campagna elettorale di Marino è stata fatta sui problemi dell’avversario e non su  proposte reali e concrete della città. Ho visto tanti manifesti assurdi “una casa a chi non ce l’ha”, “diamo i soldi ai giovani che non hanno lavoro” bene in astratto siamo tutti d’accordo, ma serve concretezza.

Quale è la morale di questo rifiuto?
La gente si è rotta le scatole di dover votare persone che discutono tra di loro invece di proporre soluzioni reali ai problemi e che tante volte pongono al centro del dibattito politico questioni lontane delle necessità di tutti i giorni. Faccio un esempio. È una priorità il registro sulle coppie di fatto? O forse lo è il quoziente familiare in un paese come l’Italia che è a crescita zero? È una priorità il tema del testamento biologico in alcuni municipi? Eppure è stato utilizzato ad arte. La gente è stufa. Oggi non è più in atto una battaglia destra-sinistra, ma astrazione-concretezza. E a me è sembrato che questa campagna elettorale sia stata condotta sapientemente sull’astrazione. Se si parlasse con concretezza bisognerebbe far riferimento alle cifre impressionanti del debito ereditato dall’amministrazione di centrosinistra che ha fatto danni irreparabili. Quando hai 12 mld di euro di debiti non è facile poter risolvere i problemi della città.

Qualche autocritica  per questi 5 anni? Parte degli astensionisti provengono da destra?

Sicuramente molte. Bisogna saper raccontare meglio le cose che si fanno. Se fossi stato nel sindaco a qualsiasi dibattito politico avrei premesso le difficoltà dovute ai debiti ereditati e appesantiti dai tagli governativi nazionali. L’Italia tutta è in difficoltà, non ci sono sindaci che stanno vivendo serenamente questa situazione. Possiamo immaginare per una città come Roma. 

Immaginiamo al ballottaggio vinca Alemanno. Che sindaco intende essere per quelle persone che hanno deciso astenersi? Come riportare fiducia nella politica?
Mettendo in atto quanto si è detto in questa campagna elettorale. Lo spoil system solo in Italia si fa in modo intellettualmente disonesto. Se l’amministrazione è di centrodestra e vengono coinvolti in diverse attività personalità di centrosinistra, o al contrario, queste devono poter lavorare bene. Così non è. La mia proposta è che per qualsiasi ruolo da assegnare, è necessario analizzare i curricula attraverso un comitato etico fatto di persone sagge. Questo porterebbe alla valorizzazione, ad esempio, degli assessori, persone prese in considerazione non solo perché hanno avuto tanti voti, ma perché hanno un curriculum che gli permette di svolgere al meglio queste funzioni.

I buoni risultati ottenuti da lei alle elezioni sono stati una riconferma. Altri assessori non hanno avuto lo stesso successo.
Questo fa riflettere. Non l’ho detto mai in questi due anni, ma non è possibile che sono stato l’unico ad aver rinunciato alla macchina blu. E le mie critiche non si riferiscono solo agli assessori, ma anche ai consiglieri dell’opposizione per lo stile assunto in questi anni.  Mi sembra scontato in un momento di difficoltà far capire che sei vicino alla gente, che sei una persona normale. Incontro persone che mi dicono “tu sei un assessore diverso”. Ma sono io quello strano o gli altri non hanno capito che il loro ruolo è lavare i piedi alle persone, stare al servizio della politica? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre. Io mi comporto nella stessa maniera di prima che diventassi assessore, sto semplicemente al servizio della mia città in un'altra forma rispetto a prima.

DARIO NANNI PD

Chi sono gli astenuti e perché questa scelta?
Sono i cittadini delusi dalla politica, dalle ultime vicende, e che quindi hanno espresso il loro dissenso non andando a votare. Se vogliamo cercare di capire a quale tipo di elettorato fa riferimento il fenomeno, credo ci sia una buona parte di coloro che tre mesi fa hanno votato il M5S, pensando di dare un voto a qualcuno che aiutasse a risolvere i problemi. Oggi i cittadini vogliono amministratori e riferimenti istituzionali che al di là degli schieramenti politici facciano l’interesse di tutti. Poi trasversalmente può aver inciso anche su altri partiti. Il dato di Roma dice che nel centrosinistra queste defezioni sono state di gran lunga inferiori agli altri schieramenti, altrimenti il 43% nei confronti di Marino non sarebbe arrivato.  Probabilmente nel progetto del centrosinistra la gente riconosce ancora qualcosa di credibile.

Come deve far riflettere questa situazione?
Credo che la riflessione debba essere ampia e profonda. In alcuni casi continuiamo a vedere persone che si candidano, che spendono cifre esorbitanti, che ottengono consensi con metodi non tradizionali, dall’altra parte ci sono candidati che basano il consenso sul proprio lavoro. I cittadini vogliono persone che concretamente si sporchino le mani, li ascoltino, si attivino e lavorino affinchè le questioni che pongono vengano risolte.

Quali critiche fa a chi ha governato in questi anni?
La prima è non aver avuto un progetto per la città, un’idea di sviluppo sostenibile, degli obiettivi da portare avanti a scadenza. Si è navigati a vista con scelte impraticabili come quelle del gran premio di Formula uno piuttosto che Tor Bella Monaca e la vicenda del muretto dell’Ara Pacis. La seconda è che spesso scelte nell’interesse generale sono state subordinate a scelte per interessi particolari. In alcuni casi sono cronache di tutti i giorni al limite della legalità, come assunzioni e quant’altro. E poi quando si prendono degli impegni in campagna elettorale devono essere rispettati. Penso alle questioni della sicurezza, delle periferie, del decoro urbano.

Autocritiche?
Nella prima fase dal gruppo consiliare mi sarei aspettato una maggiore opposizione, non per il gusto di farla, ma perché credo che chi sta all’opposizione debba innanzitutto controllare e se serve anche denunciare. Cosa che ho fatto io e qualche altro consigliere, ma non è stato organico a tutto il gruppo. Dopo di che c’è stato un cambio di passo e dalla vicenda della privatizzazione di Acea posso essere fiero di come è stata condotta la seconda fase di consiliatura da parte del Pd.

Immaginiamo al ballottaggio vinca Marino. Che sindaco intende essere per quelle persone che hanno deciso astenersi? Come riportare fiducia alla politica?
Il dato di Marino è positivo e molti cittadini hanno condiviso e sostenuto il suo progetto. Adesso bisogna rilanciarlo, farlo comprendere ancora meglio. Dalla parte di Marino c’è la freschezza di chi si metterà al servizio della città e vorrà cambiare rispetto a quello che è accaduto sino ad oggi. Questo sarà anche il mio impegno visto che non sono soddisfatto del governo di centrodestra nè di qualche errore commesso anche precedentemente. Cinque anni fa i romani hanno votato democraticamente Alemanno, l’hanno provato. Ora dicono basta.

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