sabato 25 maggio 2013

DERBY CHE PASSIONE

FINALE DI COPPA ITALIA 2012/13: UN DERBY DESTINATO AD ENTRARE NELLA STORIA E SE VANNO AI RIGORI SUGLI SPALTI MANDATE I DOTTORI

di Giuseppe Cirielli 

In molti, per scaramanzia o per allentare la forte tensione, non hanno il coraggio di dirlo, ma la partita che si giocherà domenica 26 maggio 2013 allo Stadio Olimpico è la più importante della storia del calcio romano. Sì, lo è, inutile che qualcuno, a poche ore dalla gara, provi a negarlo.

Tutti i tifosi fremono, ma quanti potranno godere dello spettacolo dal vivo? Il caro biglietti e gli annunciati problemi di ordine pubblico hanno fatto desistere molti, forse i meno caldi, ma fors’anche coloro che i bollenti spiriti li avrebbero lasciati comunque a casa. 

Lo sport e la violenza devono e dovranno essere sempre più distinti, ciò non toglie tuttavia la necessità dell’agonismo e la rivalità sportiva sul campo (io sono, ahimè, il primo ad esser un po’ un fabbro quando giochicchio).

Tutto passa da questa partita, anche la qualificazione europea. È il crocevia di due squadre che, dopo una stagione fatta di speranze ed illusioni, alti e bassi, si sono ritrovate fuori dai gradini della classifica che avrebbero permesso loro l’accesso alle competizioni internazionali. A condannarle ci ha pensato la solita Udinese. In ogni caso, qualcuno lo avrà notato, è circa un mese e mezzo che le squadre capitoline avevano tirato i remi in barca in attesa di questo momento (“in attesa della sua venuta” mi verrebbe da recitare con un pizzico di irriverenza).

Analizziamo il momento tecnico-tattico della Roma:
Andreazzoli sa bene che questa sarà la sua ultima panchina, Allegri o chi altro per la sua successione? Nel frattempo si schiererà la squadra migliore, capitanata da Francesco Totti, alla caccia del sorpasso di Delvecchio nel numero di gol fatti nel derby romano e fresco di visita al Papa, e con De Rossi, che ha voluto negli ultimi giorni stemperare i toni tesi dei tifosi e della stampa. Lamela è carico e pronto, il ballottaggio per l’ultima maglia del tridente sarà, dunque, tra Osvaldo e Destro. Il problema è uno solo e porta il nome di Lobont, essere obbligati a schierarlo in una partita così importante lascia tutti col fiato sospeso.

Analizziamo il momento tecnico-tattico della Lazio:
Dal ritiro di Norcia, Petkovic lavora su un ritorno al modulo 1-4-1-4-1. Il primo 1 in genere si omette, è il portiere, ma nel caso dei biancocelesti non si può non dare il giusto risalto a Marchetti, il giocatore assolutamente più decisivo della stagione.

L’ultimo 1 sarà invece Klose, perché se è vero che dietro si è coperti da una saracinesca è anche vero che davanti qualcuno dovrà pur avere il killer instinct. In mezzo il tecnico potrà contare sulla difesa titolare, finalmente al completo, dovrà temere per l’assenza del dinamico Gonzalez e sarà costretto a sperare in una giornata positiva del discontinuo campione Hernanes.

Vincerà chi più avrà creduto, per il soccombente la storia non avrà pietà e la condanna al goliardico sfottò si protrarrà finchè un altro evento di cotanta importanza non lo potrà cancellare, accadrà mai?

Inizio io e lo faccio con la legge del contrappasso: lo striscione apparso “o vincete o scappate” rivolto ai calciatori (forse anche ai dirigenti, non so) tocca rivolgerlo ai tifosi… Per gli sconfitti si profilerà un periodo molto duro! 

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