LA PROVOCANTE CICCIOLINA CI RIPROVA E TORNA IN POLITICA CON PLI, PRONTA A INDOSSARE I PANNI DI ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI E SESSUALI
di Aldo Torchiaro
Ilona Staller ha fatto della libertà una parola d’ordine ricorrente. Un mantra che ha vissuto e interpretato spogliandosi e andando in scena sul fronte della liberazione del piacere, ancora ai tempi in cui in Italia il tabù sull’eros e un malinteso senso del pudore la facevano da padroni. Libera, libertaria e libertina, Ilona Staller fa sapere adesso di essere anche e soprattutto liberale. Ha preso la tessera del Pli, organizzato una conferenza stampa tradizionalissima, fianco a fianco con il segretario storico, Stefano de Luca, e vestito i panni della militante che corre, disciplinatamente, per le elezioni del Consiglio di Roma Capitale.
Liberale da quando, Ilona?
Da sempre. Da quando ho visto quello che accadeva nel mio Paese, l’Ungheria, e ho visto che solo i liberali offrono una alternativa valida al vecchio sistema. E devo dire: a Budapest come a Roma. Entrambe capitali segnate da accordi interni alle vecchie classi di potere che si spartiscono la torta.
La torta qui da noi è ormai finita. Siamo all’amaro.
Non creda. E’ finita per le persone normali, che hanno sempre meno anche per fare la spesa. Mentre alcuni privilegiati, come molti tra i politici, continuano a vivere molto al di sopra di quanto meriterebbero.
La meritocrazia è una parola liberale. Cos’è per lei?
Meritare qualcosa per me vuol dire essersela sudata e guadagnata, averci lavorato faticosamente per anni. Qui vecchi marpioni riciclati incontrano nuovi arrivisti catapultati nelle alte sfere dopo la lotteria della rete, dove si diventa parlamentare con quattro voti alle parlamentarie dei grillini, altro che meritocrazia…
Ce l’ha con Grillo? Le ho sentito dire che l’ha copiata.
L’apertura al web, la rendicontazione delle spese, la rispondenza puntuale agli elettori sono i miei punti fermi di sempre, da quando mi candidai quella volta con Pannella alla Camera dei deputati. E poi me lo faccia dire, io in fatto di trasparenza non devo mica prendere lezioni da Grillo…
Anche se tutti e due avete tratto vantaggio dalla vendita dei vostri video, vivete la trasparenza in modo diverso…
Scherzi a parte, sarei felice di dare un contributo serio alla politica.
Partendo dal basso, stavolta. Come consigliera comunale semplice…
Mi propongo come offerta politica nuova, non so, potrei essere un ottimo Assessore alle politiche sociali e sessuali.
E cosa farebbe, dall’alto di questo incarico?
Proverei a fare un test. Lascerei aprire un Sex Club in ogni municipio della Capitale. Un nuovo tipo di casa di piacere dove vivere il sesso senza problemi, pagando per una prestazione e ottenendo una regolare fattura o scontrino. Controlli sanitari obbligatori, massima sicurezza, nessuno spazio al racket e persino un mezzo punto di Pil in più, assicurato.
E’ una idea sua?
L’ho condivisa con tutto il Partito Liberale, il Pli che candida de Blasio sindaco di Roma. Se vinciamo, sarà realtà in pochi giorni.
E nella malaugurata ipotesi in cui non siate eletti?
I romani avranno gettato un’altra occasione per cambiare davvero. E stavolta non potranno lamentarsi, se rimarranno in mutande.
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