giovedì 23 maggio 2013

NONOSTANTE LE PASTOIE BUROCRATICHE L'ACQUARIO DI ROMA E' PRONTO AL RUSH FINALE

IL PRIMO A CREDERE VERAMENTE IN QUESTO PROGETTO  E' STATO PROPRIO LUI, L'INGEGNER RICCIARDI.  ENTRO UN ANNO IL SUO IMPEGNO, UNITO AGLI SFORZI DI TUTTI QUEI  IMPRENDITORI CHE SI SONO LANCIATI IN QUESTA AVVENTURA SARANNO PREMIATI NEL VEDERE FINALMENTE REALIZZATO IL PRIMO ACQUARIO DI ROMA.

L'opera partire entro un anno. Così il presidente Domenico Ricciardi: "Tempi lunghi per colpa della crisi e della burocrazia. Mi auguro che tutto sarà finito per marzo-aprile del 2014".

L’Acquario di Roma, la faraonica opera in costruzione sotto il laghetto dell’Eur, potrebbe aprire entro dodici mesi. Nonostante lo sforzo e l’impegno degli imprenditori che si sono lanciati in questa avventura l’imponente opera ha avuto dei ritardi sulla tabella di marcia. Colpa della crisi e della difficoltà delle banche di agevolare l’accesso al credito. Ne abbiamo parlato con Domenico Ricciardi, presidente dell'Acquario di Roma.


Ingegner Ricciardi come procede la costruzione dell’Acquario?
Speravamo di finire quest’anno e invece immagino che riusciremo a inaugurare la struttura completata a marzo-aprile del 2014. In generale il mercato del credito non c’è più, mutui e finanziamenti sono bloccati. A ciò si aggiunga la crisi del settore edilizio. Di conseguenza anche noi stiamo soffrendo.
Come state risolvendo il rapporto con le banche?
Le trattative con le banche hanno ripreso il cammino anche se da parte loro c’è la volontà di cambiare le condizioni dei contratti perché oggi richiedono super garanzie e super interessi. Noi imprenditori siamo disponibili, quindi ormai c’è una trattativa in corso che dovrebbe concludersi entro un mese. Ciò significa che o prima o dopo l’estate dovremmo ripartire per finire i lavori.
Che cosa vuole dire ai cittadini desiderosi di vedere il progetto realizzato?
Non ci facciamo rubare la speranza. Gli imprenditori stanno pagando tutto da soli, quest’opera è finanziata interamente da privati che hanno investito molto, non un euro pubblico è stato versato per l’Acquario. Parliamo di 35 milioni di euro finanziati direttamente dagli investitori, più 40 milioni prestati dalle banche. Possiamo dire che siamo quasi arrivati, mancano pochi milioni per completare l’opera.
Quanti?
Tre milioni per i lavori stretti, più sei milioni tra annessi e connessi. Così riusciremo a rimettere in moto una macchina che è comunque già accesa. Per esempio pochi giorni fa è entrata l’Acea a fare i lavori per l’illuminazione, mentre l’ente Eur sta per intervenire con il verde. Quindi l’esterno, il giardino e il teatro verde riusciremo a consegnarli entro un paio di mesi.
Quali le difficoltà incontrate?
Oltre alla crisi economica l’eccessiva burocrazia rallenta molto. Le imprese sono tante e ognuna ha bisogno di procedure che la legge prevede, pensiamo ad esempio all’attenzione che bisogna portare alla sicurezza sui luoghi di lavoro e al personale.
All’interno come sarà organizzato?
Abbiamo ceduto il lavoro a vari gestori, una quarantina tra ristoranti ed esercizi commerciali che riguardano il mar Mediterraneo. È una full immersion in una cittadella della scienza per trascorrere una giornata intera tra film, documentari, didattica, pesci veri, innovazioni tecnologiche, robot. La Merlin che gestisce l’acquario tradizionale, ha quasi finito i lavori ed è pronta per l’inaugurazione. Il nostro scopo e quello degli enti di ricerca è realizzare una grande vetrina di tutte le innovazioni tecnologiche per la salvaguardia del mare, dei fondali e delle specie protette.
In questo è un unicum in Europa
No, è un unicum nel mondo, perché di solito c’è solo l’acquario tradizionale. In questo caso invece si tratta di 18mila metri quadrati sott’acqua e sotto terra, una vera e propria cittadella aperta tutto il giorno dove famiglie, studiosi, bambini potranno imparare e trascorrere una giornata in compagnia.
In che modo incrementerà il turismo a Roma?
Il II Polo Turistico è stato istituito per legge. L’Acquario insieme all’ente Eur ha avuto un ruolo importante perché coinvolgerà tutti gli imprenditori, dall’Eur fino al litorale, per portare avanti 13 attività e convincere i turisti a rimanere uno o due giorni in più a Roma. Verranno offerte tante opportunità naturali, sportive, congressuali per godersi delle particolarità che devono stupire.
Lei si sta riferendo al Protocollo  d'intesa  finalizzato  alla  «Istituzione  del  Distretto turistico e balneare del Secondo Polo Turistico di Roma Capitale» firmato dal Consiglio dei Ministri poco più di un mese fa
Un progetto per il bene di Roma e a costo zero. Ci auguriamo possa essere da esempio e venir ripreso da imprenditori coraggiosi capaci di creare un circuito virtuoso in cui il capitale privato venga messo a disposizione delle opere pubbliche. Il tutto però va coordinato, promosso e stimolato da una norma. Questo decreto attuativo sottoscritto dal Consiglio dei Ministri ha istituito un consorzio tra privati e comuni stretti intorno a Roma quali Fiumicino, Torvajanica, Valmontone. Ciò permetterà di realizzare programmi comuni che potranno legarsi al primo Polo turistico e attirare così visitatori anche lungo la zona balneare. 
Valerio Carli ( ROMAPOST)


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